Il Tabacalera era stato messo in pausa, ma non dimenticato. Dopo un periodo di riabilitazione, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera definitivo alla rinascita di questo edificio storico di Lavapiés come Centro de Producción y Residencias Artísticas Tabacalera. In altre parole, il grande rifugio della creazione contemporanea a Madrid.
La Madrid di dieci anni fa è diversa da quella di oggi nei simboli, nei dettagli, in fattori come gli affitti, il cambiamento del profilo dei locali e l’assenza di una Tabacalera iconica, che nell’estetica a volte potrebbe ricordare quei bar squallidi di Budapest.
Il Ministro della Cultura, Ernest Urtasun, si è occupato di promuovere questo decreto reale che segna il destino della Tabacalera come nuovo epicentro dell’arte. L’intento è chiaro: promuovere e pianificare nuove politiche strategiche nel campo delle pratiche artistiche contemporanee. Come se fosse un museo statale, ma con un’aria molto più vivace e sperimentale.
A questo proposito, è interessante la preoccupazione sollevata da Miguel Ezquiaga, giornalista di El País, nella newsletter di ieri: un quartiere come Lavapiés, che ha già la Casa Encendida, il Reina Sofía e tante altre gallerie, ha bisogno di un altro “centro elitario”? La risposta di Ezquiaga è che, forse, la nuova Tabacalera ha nel CA2M di Móstoles un buon specchio in cui guardarsi.
Un edificio storico
L’edificio, che dal XVIII secolo ospitava la Fabbrica di Tabacco di Madrid e che ha chiuso la sua fase industriale alla fine del XX secolo, è stato sottoposto a lavori dal 2021. A tal fine, sono stati stanziati due milioni di euro dal Piano di recupero, trasformazione e resilienza. Una spinta economica che ha suscitato l’interesse di oltre 800 progetti artistici provenienti da tutte le comunità autonome. A giugno si deciderà l’assegnazione degli spazi.
La Tabacalera ritorna e con essa la promessa di uno spazio dove il contemporaneo, l’emergente e l’inaspettato avranno una casa nel cuore di Madrid. Non vedevamo l’ora.