I musei e le gallerie sono molto più che gallerie d’arte, infatti le mostre di fotografia si rinnovano ogni stagione. In realtà, il picco di questo tipo di mostre è già arrivato. PHotoEspaña si sviluppa nei diversi spazi culturali con temi di ogni tipo e fino all’autunno. Anche se, fortunatamente, la capitale dispone sempre di spazi dedicati all’arte di contenere l’istante.
Anche le gallerie e le fondazioni vi dedicano parte della loro programmazione, arricchendo ulteriormente l’offerta culturale che ogni mese è ricca di mostre d’arte nella capitale.
1. perché facciamo quello che facciamo? di Filip Custic
Filip Custic presenta una mostra retrospettiva al Museo Cerralbo, uno spazio caratterizzato da pareti piene di tele, busti, sculture e medaglioni che il marchese Cerralbo collezionò e che si combinano con la sua opera barocca. Su queste pareti, Custic propone un breve viaggio attraverso la sua carriera, rivisitando i suoi temi principali (il corpo, il misticismo e il simbolismo) attraverso composizioni dettagliate e ricche di riferimenti. Queste opere sono rispettosamente mimetizzate all’interno della narrazione del museo, creando un dialogo tra la storia del luogo e il suo lavoro.
Fino al 29 settembre
📍 Museo Cerralbo
2. Barbara Brändli. Poetica del gesto, politica del documento
Barbara Brändli, nata in Svizzera nel 1932, è diventata fotografa in Venezuela, dove ha vissuto e lavorato fino alla sua morte nel 2011. Nel corso di cinquant’anni ha immortalato diverse figure della società venezuelana. È conosciuta a livello internazionale per il suo libro Sistema nervioso ( 1975). Il suo approccio alla fotografia documentaria è stato arricchito dalla sua precedente esperienza di ballerina e modella, che le ha permesso di comprendere l’importanza del movimento del corpo e del volto. Brändli ha ridefinito la fotografia documentaria da cacciatrice di istantanee a creatrice di relazioni.
Fino al 22 settembre
CentroCentro
3. La commedia umana. Elliott Erwitt
Elliott Erwitt, noto per aver catturato la bellezza del quotidiano con umorismo e arguzia, ha definito una buona fotografia come una fotografia con equilibrio, forma, sfondo e una magia indefinibile. Il suo lavoro, considerato trascendentale, lo ha consacrato come “uno dei migliori fotografi del XX secolo” secondo PHotoEspaña.
La mostra Elliott Erwitt. The Human Comedy alla Fondazione Canal presenta 135 delle sue opere in tre sezioni: persone, animali e forme astratte. L’esposizione comprende sia “stampe di lavoro”, utilizzate per libri e riviste, sia “master prints”, selezionate per mostre in musei e gallerie. Questa collezione unica, proveniente direttamente dallo studio di Erwitt, viene presentata al pubblico per la prima volta in questo allestimento.
Fino al 18 agosto
Fondazione Canal
4. Album da salotto e da camera
La mostra Álbum de salón y alcoba al Museo Nacional de Artes Decorativas unisce museologia, scenografia, fotografia e storia. Basata su una collezione fotografica dimenticata per più di settant’anni, ricostruisce la storia di una coppia sposatasi negli anni Venti e scomparsa dopo la Guerra Civile.
Tra gli oggetti domestici, i documenti e una collezione di fotografie di famiglia, ritratti di autori importanti dell’epoca come Kaulak, ci sono anche foto erotiche scattate dalla coppia. L’installazione riunisce questi materiali con collezioni museali e private per ricreare lo spazio pubblico e privato di una coppia di un secolo fa e fa una sovrainterpretazione degli archivi in un contesto contemporaneo.
Fino al 22 settembre
Museo Nazionale delle Arti Decorative
5. Un ritratto romantico. La carta di visita.
Prima ancora che si sognasse di inviare un messaggio di testo, esistevano le foto del profilo. La mostra Un retrato romántico: La carte de visite presenta un momento curioso e molto incipiente della storia della fotografia in Spagna.
L’esposizione presenta una selezione di biglietti da visita dei pionieri della fotografia di ritratto a Madrid durante l’iniziale espansione della fotografia commerciale su carta, tra il 1858 e il 1865 circa. Questi “biglietti da visita” divennero un fenomeno sociale nella seconda metà del XIX secolo, con una crescente domanda che portò alla concorrenza tra gli studi e alla riduzione dei prezzi, democratizzando l’accesso all’arte del ritratto per diverse classi sociali.
Fino al 17 settembre.
Biblioteca Regionale della Comunità di Madrid Joaquín Leguina (Calle Ramírez de Prado, 3)
6. Perpetuum mobile
La mostra collettiva di PHotoEspaña riunisce gran parte della generazione di fotografi spagnoli del XXI secolo, con una grande presenza di donne. La mostra evidenzia alcune differenze con le generazioni precedenti, come l’aver attinto a riferimenti nazionali e internazionali e la sperimentazione di formati ibridi e concettuali.
La mostra fotografica Perpetuum mobile parla dell’espansione dei limiti della creazione fotografica e delle trasformazioni che il mezzo ha subito in quasi due secoli. I fotografi di oggi creano immagini ai confini della realtà e utilizzano sia procedure antiche che nuove tecnologie digitali.
Fino al 1° settembre
Circolo delle Belle Arti
7. Quartieri. Madrid 1976-1980
Il cambiamento radicale che alcuni quartieri periferici di Madrid hanno subito dopo il dopoguerra è il tema centrale di una delle mostre fotografiche che più richiamano la storia della città quest’estate. Il fotografo Javier Campano (Madrid, 1950) ha documentato questo processo alla fine degli anni Settanta, in cui le case basse convivevano con i nuovi condomini, il rurale e la nuova capitale da costruire. I lavori di costruzione attraversavano Madrid dalle Orcasitas al Barrio del Pilar, questa era la realtà di molti bambini cresciuti con la città.