
Non si sa quando, ma succederà: la settima arte del cinema spagnolo avrà il suo primo Museo del Cinema Spagnolo e sarà situato qui, a Madrid. Lo hanno annunciato ieri il Ministro della Cultura, Ernest Urtasun, e il Presidente dell’Accademia Spagnola delle Arti e delle Scienze del Cinema, Fernando Méndez-Leite. La notizia è stata annunciata durante un evento nello stesso edificio che la ospiterà dopo un processo di ristrutturazione.
Si tratta di un edificio storico di oltre 4.000 m² situato in via Velázquez 145, sede del NO-DO dal 1942 e che, dopo aver attraversato diverse fasi, è caduto in disuso nel 2007 dopo il trasferimento dei lavoratori di RTVE in un altro edificio.
Il Museo del Cine Español, hanno spiegato, è stato creato con l’obiettivo di “creare un centro espositivo di riferimento per l’attività cinematografica spagnola” ed esporrà e conserverà il patrimonio cinematografico spagnolo.
Il Museo del Cinema Spagnolo, uno spazio della memoria
Oltre a essere un luogo dove visitare mostre, assistere a proiezioni o partecipare a iniziative didattiche, sarà uno “spazio della memoria” basato sugli archivi del NO-DO stesso – circa 70.000 negativi – e sul materiale del patrimonio per diffondere la storia dell’edificio e la storia dell’audiovisivo spagnolo durante il regime di Franco.
Una mostra sul cinema alla Filmoteca Española
In attesa che il nuovo museo diventi realtà, nella sala espositiva della Filmoteca Española (Calle de La Magdalena, 10) è stata allestita la mostra Los 100 metros libres. Vita e miracoli della Scuola di Cinema (1947-1976).
L’istituzione è stata uno spazio di libertà in tempi di dittatura e ha segnato un prima e un dopo nella nostra cinematografia: ha prodotto figure del calibro di Berlanga, Cecilia Bartolomé, Josefina Molina, Víctor Erice, Pilar Miró e Iván Zulueta.